Le parole con cui Dante, nel 1303, descrisse la frana vista nei pressi di Rovereto, quando vi soggiornò ospite dei signori di Castelbarco, sono certamente le più famose, ma non sono affatto le uniche a rendere omaggio alla bellezza della città. Due secoli più tardi, infatti, il filosofo francese Michel de Montaigne dedicò alcune pagine alla città nel suo "Viaggio in Italia", e nel 1769 un giovane ma già famoso Mozart tenne i suoi primi due concerti italiani nelle sale dei Baroni Todeschi, dove ebbe modo di assaggiare il marzemino, il vino che tanto fece apprezzare anche al suo Don Giovanni.
Ed ancora, alla fine del XVIII, transitarono per Rovereto papa Pio VI, Goethe e Napoleone, che con il suo stato maggiore alloggiò a palazzo Fedrigotti.
Era loco ov'a scender/ la rivavenimmo, alpestro.../ qual è quella ruina
che nel/ fianco di qua da Trento,/ l'Adige percosse o per/ tremoto o per
sostegno/ manco che da cima del monte/ si mosse...
Dante Alighieri - Divina Commedia, Inferno, C. XII